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Arena Aldo Maria |
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Balla Giovanni |
Lettera del 16 settembre 1682 in
cui si parla di un omicidio commesso da Gio Balla a dì 19 ottobre 1679 nella
persona di Camillo Pincaro di Pereto. Nella lettera si chiede la grazia all'
omicida che si è pentito del misfatto.
Di questo omicidio esiste nell'archivio un'altra lettera del 14 Gennaio
1682: indecifrabile. |
Arch. Colonna, Roma, arch. misc.
II A 62 n.11 |
Bolentini
Niccola |
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Bonomini Pietro |
notaio di Pereto nel 1502 |
Boll. Storico Archeologico, pag
677 |
Camposecco Amedeo |
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Camposecco Domenico |
fu insigne dottore delle leggi,
dopo aver seguita la Romana Curia molti anni, essendo entrato al servizio di
mons. Gio:Delfini, nobile veneziano, e nunzio pontificio nella corte di
Vienna appresso dell'imperatore Massimiliano II fu dell'istesso nunziatura
auditore, nel quale carico servì egregiamente l'apostolica sedia, e si rese
caro all'imperatore. Rimase in tale incarico anche sotto
il figlio Rodolfo II; fu creato conte palatino, come abbiamo letto
nell'originale diploma serbato in Pereto nella casa dei Camposicchi oggi
poveri (il diploma è datato il 1 febbraio 1578). Rimase in Vienna dove fu
consigliere della corte ed ebbe metà dell'aquila imperiale; ivi morì nel
1580. |
Corsignani 491 |
Francesco Camposecco |
di Giovanni e Anastasia Sciò,
morto il 26 maggio 1882 a 77 anni. Sepolto in S. G. Battista |
ARPA |
Camposecco Giuseppe |
Con il ritorno al regime forte
dèl regno di Napoli (dal 1850 in poi) venne perseguitato |
Jetti, pag 102 |
Giustini Michele |
Era uno degli "irreconciliabili
col potere Borbonico del 1820.
Arch. di Stato di Napoli: alta polizia, foglio 40; ministero di polizia
gabinetto 1 parte, foglio 64. |
Jetti, pag 71 |
Giustini Simone |
nel 1783 era sindaco di Pereto.
Si dimise nel 1787 |
Eumelo Ismario, manoscritto
sulla vita di Rosa Maccafani |
Iannola Mario |
fu Giovanni Stefano, nacque nel
1909 a Pereto ed appartenne alla M.V.S.N. Cadde l’11 marzo del 1936 nello
Scirè. |
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Maccario Giacomo |
nel 1728 era pubblico balio di
Pereto |
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Priè
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marchese, nel pontificato di
Clemente XI fu a godere le delizie di questo paese il marchese di Priè,
allora ambasciatore Cesareo nella corte di Roma. Morto nel 1726 a Vienna. |
Corsignani 225 |
Puggiarello Marino |
Notaio di Pereto |
Diploma di Ferdinando 3 marzo
1482 |
Resta Raffaele |
di Tagliacozzo, titolare del
beneficio della madonna dei bisognosi, del beneficio di S. Silvestro e di S.
Salvatore in Oricola. (1848). |
ADM C 209 |
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Vicario Pia |
vedi pubblicazione |
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Zazza |
Quando il re di Napoli, dopo i
moti del 1820-21, andò a Lubiana facendo ritirare la costituzione da lui
concessa, la Marsica organizzò un esercito formato dalle compagnie di
Avezzano, Celano e Pescina, che venne posto presso gli ex castelli di
Tagliacozzo e di Colli di Monte Bove verso la frontiera pontificia.
Appena la colonna austriaca, forte di 5000 uomini, apparve nella valle di
Carsoli, il presidio di Carsoli tentò di ostacolarne l'avanzata servendosi
di un unico cannone avuto in dotazione.
Sapeva manovrarlo soltanto un certo Zazza di Pereto, già sergente di
artiglieria, il quale lo mise subito in azione, ma subito, si avvide che i
tiri
non colpivano il nemico e ciò perchè il pezzo era mal piazzato. Allora lo
mise nell'esatta posizione, però gli restavano solo tre proiettili.
Indispettiti e sfiduciati per la scarsezza dell'armamento e delle munizioni,
impressionati dal numero degli avversari e accortisi che stavano per essere
accerchiati, i legionari Marsi ritennero opportuno ritirarsi anche perchè
avevano appreso che la milizia posta da Guglielmo Pepe a difesa del confine
di Antrodoco era stata sconfitta.
Si ritirarono il 7 e 9 marzo 1821.
Quindi gli austriaci s'inoltrarono nella Marsica incontrando solo ostacolo
in una grande barricata eretta con tronchi di alberi sul valico di 6011e
Vento
( posto tra Rocca Cerro e Colli di Monte Bove).Il sergente Zazza fece partire una cannonata dopo l'avamposto di Colli
contro gli austriaci il 9 marzo 1820. |
Bontempi, La marsica, pag 36
Jetti |
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